Euler Hermes ha pubblicato il Global Insolvency Outlook 2020, lo studio dedicato alla previsione delle insolvenze per il 2020 alla luce dei dati del 2019 e dei trend economico-politici che ne influenzano l’andamento.
Partendo da questo report, realizzeremo per gli iscritti alla Community una serie di approfondimenti sullo scenario delle insolvenze per il 2020 e l’impatto che questo avrà sulle imprese.
In questo primo articolo troverete una sintesi dei punti più importanti del Global Insolvency Outlook ed una rapida panoramica globale.
I punti più importanti dell’Insolvency Outlook 2020
- A livello globale, la tendenza al rialzo delle insolvenze commerciali è proseguita nel 2019 (+9% a/a), principalmente a causa dell’impennata prolungata dei default in Cina (+20%) e, in misura minore, un'inversione di tendenza nell'Europa occidentale (+2%) e nel Nord America (+3%). In questo contesto, il nostro Global Insolvency Index è salito fino a poco al di sotto del livello del 2013, ma è rimasto a -14% al di sotto del massimo storico del 2009.
- Oltre a questo maggior numero di insolvenze, registriamo in modo persistente un elevato livello di procedure concorsuali delle grandi imprese – quelle con oltre 50 milioni di euro di fatturato – con 249 grandi insolvenze per un totale di oltre 145 miliardi di euro di fatturato nel primo trimestre 2019. I settori e i Paesi maggiormente impattati sono le costruzioni in Asia, l'Energia e il Retail in Nord America e il Retail e i Servizi in Europa occidentale.
- Nel 2020 i fallimenti aziendali sono destinati a crescere per il quarto anno consecutivo (+6% a/a). Infatti, l’effetto combinato di una crescita economica più bassa, in particolare nelle economie avanzate e nel settore industriale, e gli effetti prolungati delle controversie commerciali, delle incertezze politiche e delle tensioni sociali, terrà le imprese sotto pressione.
- Se l'allentamento delle condizioni monetarie e finanziarie globali aiuterà le imprese, l'aumento della concorrenza sui prezzi e dei costi delle materie prime limiterà i margini e si tradurrà in ulteriori problemi per un maggior numero di imprese nella maggior parte dei paesi.
- L'Asia sarà il principale driver dell'aumento delle insolvenze (+8% a/a) nel 2020, in particolare a causa della Cina (+10%) e dell'India (+11%). L'Europa occidentale, dove la crescita economica rimarrà al di sotto della soglia storica che di solito stabilizza il numero di insolvenze (+1,7%), vedrà un aumento nella maggior parte dei paesi, ma quest'ultima sarà moderata, in particolare in Germania (+3%), in Italia (+4%), in Spagna (+5%), così come nel Regno Unito (+3%).
- Nel 2020 quattro paesi su cinque registreranno un incremento delle insolvenze, con alcune eccezioni, come il Brasile (-3% a/a) e la Francia (0%). Di conseguenza, un paese su due registrerà più insolvenze nel 2020 rispetto a prima della crisi finanziaria.
Le insolvenze aziendali nel 2019
Nel 2019 le insolvenze globali sono aumentate per il terzo anno consecutivo. In effetti, il nostro Global Insolvency Index, che copre 44 paesi che insieme rappresentano l'87% del PIL globale, registra un aumento del 9% a/a per il 2019. Questo risultato riflette un'impennata prolungata in Cina (+20%) e, in misura minore, un'inversione di tendenza nell'Europa occidentale (+2%) e nel Nord America (+3%); inoltre, il risultato riflette anche una tendenza leggermente peggiore del previsto rispetto alle nostre precedenti previsioni pubblicate a settembre (+8%), a causa di un numero più elevato di insolvenze in alcuni paesi come Cile, Colombia, India, Russia e Singapore.
Infatti, il 2019 è stato caratterizzato da almeno due fattori chiave che hanno contribuito a questo risultato: in primo luogo il ritmo di crescita più morbido a livello macroeconomico; in secondo luogo, il più elevato livello di incertezze dovuto sia alle questioni politiche che alle controversie commerciali. In questo contesto, le imprese non solo hanno dovuto affrontare una domanda globale più debole, ma anche un minore scambio commerciale, sia in termini di beni che di valore, che ha portato a una produzione globale più debole e ad una maggiore concorrenza sui prezzi, oltre alle questioni legate alla gestione delle scorte dovute ad accumuli cautelativi (ad esempio, nel caso della Brexit) o all'eccesso di offerta rispetto alla domanda (come nel settore automobilistico). L’introduzione di nuovi tipi di procedure di insolvenza e la pulizia dei registri delle imprese attraverso le procedure ufficiali di insolvenza in alcuni paesi spiega anche l'aumento complessivo dei dati relativi alle insolvenze.
In questo contesto, la tendenza ad un incremento delle insolvenze si è rivelata generalizzata, con casi in aumento in tutte le regioni e nella maggior parte dei paesi, sia emergenti che sviluppati. Sulla base degli ultimi dati infrannuali disponibili per singolo Paese, ci aspettiamo 29 paesi del nostro campione (ossia il 66%) con più insolvenze rispetto al 2018.
Anche il rischio di grandi insolvenze rimane elevato. Infatti, i primi tre trimestri del 2019 hanno evidenziato 249 insolvenze di grandi aziende, vale a dire quelle con oltre 50 milioni di euro di fatturato. Si tratta di un numero relativamente stabile di casi rispetto allo stesso periodo del 2018 (+1), ma comunque in un contesto che vede il peggioramento in termini di fatturato cumulativo (da 39,1 miliardi di euro a 145,2 miliardi di euro), che potrebbe avere un grave effetto domino sui fornitori lungo le catene di valore e approvvigionamento. A questo proposito, il commercio al dettaglio (con 37 casi di grandi insolvenze nei primi tre trimestri), l'edilizia (33) e i servizi (27) sono stati i settori più interessati nel 2019, mentre le regioni che hanno registrato più casi di insolvenza sono, nel seguente ordine: l'Europa occidentale (104 casi), l'Asia (64) e il Nord America (51).
Previsioni per il 2020: +6% delle insolvenze a livello globale
Le nostre previsioni per il 2020 indicano un nuovo aumento delle insolvenze, per il quarto anno consecutivo, anche se al ritmo più lento dal 2016 (+6%). Questa prospettiva riflette una serie di sfide che le imprese dovranno affrontare nel 2020 in aggiunta alle questioni di business as usual, come:
- un ritmo moderato di crescita economica, con economie chiave, in particolare quelle avanzate, che registrano un incremento al di sotto della crescita potenziale del PIL, che storicamente si è dimostrata necessaria per stabilizzare il livello di insolvenze (+1,7% per l'Europa occidentale);
- gli effetti prolungati delle controversie commerciali, in particolare l'indebolimento degli scambi commerciali, l'aumento dei costi delle materie prime e gli interruttori della catena di approvvigionamento che creano vincitori e vinti (nonostante il fresco accordo di “Fase 1” tra USA e Cina che non placa del tutto le tensioni legate alle controversie commerciali);
- gli effetti prolungati delle incertezze politiche e delle tensioni sociali, in particolare in termini di questioni di scorte e perdita di fatturato;
- un trend prolungato di discrepanza tra i settori manifatturieri, che sono più esposti alle questioni commerciali internazionali, e i settori dei servizi, che beneficiano della resilienza della domanda interna.
In altre parole, ci aspettiamo che una domanda più debole possa aumentare la vulnerabilità delle imprese con costi fissi elevati, e di quelle con maggiori scorte o fabbisogni di capitale circolante, mentre una maggiore concorrenza sui prezzi e un aumento dei costi di produzione, in particolare per i salari, limiteranno i margini e si tradurranno in ulteriori problemi per molte aziende. Allo stesso tempo, prevediamo che le politiche monetarie continueranno a essere a supporto della crescita nel 2020, contribuendo a un costo del debito più sostenibile nel breve periodo; questi fattori contribuiranno a ridurre l'aumento delle insolvenze nel 2020, ma non lo fermeranno e, al contrario, aumenteranno i rischi di liquidità in una prospettiva più a medio termine.
Nel 2020, prevediamo che quattro paesi su cinque registreranno un aumento dei casi di insolvenza, rispetto ai due su tre del 2019. Prevediamo inoltre che un paese su due registri più insolvenze rispetto alla media registrata nel periodo 2003-2007, prima della crisi finanziaria del 2008. I paesi che hanno mostrato una dinamica creazione di imprese negli ultimi anni si troverebbero ad affrontare un volume supplementare di insolvenze a causa del numero di giovani imprese troppo deboli per poter sopravvivere nel difficile contesto economico, politico e sociale.
Questo studio relativo alla previsione delle insolvenze aziendali lascia evincere quanto possa essere importante proteggere la propria attività applicando una maggiore selettività nella gestione del business, oltre che a dotarsi di misure preventive di tutela del credito. Fondamentale sarebbe inoltre realizzare uno stretto monitoraggio delle controversie commerciali e di altri rischi politici che creeranno un elevato livello di volatilità per tutto il 2020.