Nuovi regolamenti sulle emissioni di CO2 in Europa: la tempesta perfetta?
Nel 2020: immatricolazioni - 3,1%, prezzi medi auto +2,6%, perdita di 2,9 miliardi di fatturato, 60.000 posti di lavoro a rischio
Nel 2020: immatricolazioni - 3,1%, prezzi medi auto +2,6%, perdita di 2,9 miliardi di fatturato, 60.000 posti di lavoro a rischio
La minaccia più forte all’orizzonte dell’industria automobilistica europea non è la Brexit o i potenziali dazi americani, ma i regolamenti della stessa UE, che limitano le emissioni di biossido di carbonio (CO2).
Dopo diversi cicli di incontri, il 15 aprile 2019 i rappresentanti della Commissione Europea, del Consiglio e del Parlamento Europeo si sono accordati su una riduzione del 15% nel 2025 e del 37,5% nel 2030 delle emissioni medie di CO2 per le autovetture di nuova produzione, per raggiungere gli obiettivi COP21 fissati nel COP21/Accordo di Parigi a livello internazionale. Tali nuovi limiti, più stringenti rispetto alle proposte originali (-30% entro il 2030), sono i più ambiziosi del globo e superano le previsioni dei costruttori.
Le case automobilistiche faranno del loro meglio per evitare questa tempesta perfetta, ricorrendo alle riserve finanziarie accumulate e riducendo i costi, attingendo agli incentivi comunitari, stipulando accordi di partnership e continuando il processo di consolidamento. Tale strategia di adattamento parziale permetterà alle case automobilistiche di soddisfare appena il 30% degli obblighi previsti. Di conseguenza, Euler Hermes prevede per la fine del 2020 un aumento del 2,6% del prezzo medio delle auto, una diminuzione del 3,1% di nuove immatricolazioni, una perdita di 2,9 miliardi di euro nelle vendite di auto, 60.000 posti di lavoro a rischio e la quasi certezza che le case automobilistiche non riusciranno a soddisfare gli obiettivi di riduzione della CO2.
Figura 1: Emissioni di CO2 delle autovetture - Confronto internazionale