EXPORT FIRENZE

Export: la Toscana è la regione italiana più dinamica

16 Settembre 2021

La situazione

Cresce la domanda internazionale mentre appare ancora debole quella interna, specie per le economie come quella toscana, da sempre vocata all'export con una quota delle esportazioni toscane sul totale dell'export italiano intorno al 7/8%. Questa tendenza è confermata dall’analisi provinciale dell’export del primo trimestre condotta da Istat che ha mostrato performance positive per oltre due terzi delle province italiane. I maggiori contributi positivi sono da attribuire proprio a Firenze, che registra il primato nazionale e traina tutta l’economia toscana, seguita da Roma, Torino, Brescia, Verona, Bologna e Bergamo. Si segnalano le dinamiche negative di Genova, Milano, Trieste e Siracusa.

La storia degli ultimi anni

Già nel 2019 la Toscana era risultata essere la regione più dinamica all'export con una crescita rispetto al 2018 (+15,6%) superiore a quella dell'intero paese (>+2%) grazie alla spinta continua (dal 2015) di olio e vino sui mercati esteri. Il risultato finale del 2020 era stato di 40 miliardi di euro complessivi con un calo del 6,2% a causa del congelamento delle supply chain globali e dei flussi turistici. Tra i pochi settori a salvarsi i 'metalli di base preziosi', ossia i lingotti, grazie alla loro caratteristica di beni rifugio, mentre la gioielleria ha registrato vistosi cedimenti, al pari del distretto berico. Nel primo trimestre 2021 le esportazioni hanno ripreso a crescere, in valore dell'11,3% contro una media italiana del +4,6, trainate in questo caso da oro lavorato e moda.

Tipiche toscane sono le attività della concia del cuoio (90% della produzione nazionale) e delle pelli (in provincia di Pisa). Tra le specializzazioni della regione rivestono un ruolo significativo anche i settori ad alta tecnologia come i poli della farmaceutica (Sesto Fiorentino rappresenta il 30% dell’export farmaceutico toscano) e del biomedicale di Firenze. Quello dei dispositivi medici è un settore di assoluta eccellenza assieme ai distretti di Mirandola (che detiene il primato nazionale) e di Padova.

L'export premia anche il camper, settore trainante dell'economia della Valdelsa senese e fiorentina e non solo. A spingere il comparto, oltre alla domanda del mercato interno, è come da tradizione, anche e soprattutto l'export in Europa.

Qui di seguito il peso dei settori toscani sul corrispondente settore nazionale a giugno 2021 (Codici Ateco)

Figure 1 – Export gains by sector (USD bn)

Tra le province a maggior specializzazione si stanno distinguendo appunto Firenze (come abbiamo visto sopra in testa all’incremento dell’export italiano suddiviso per province) e Arezzo, anche se per quest’ultima la prospettiva di tassi più elevati rende i metalli preziosi meno attraenti in prospettiva. Il Pil regionale dovrebbe pertanto registrare una crescita di almeno +3% nel 2021.

Restringendo l’analisi alla provincia di Firenze nei primi tre mesi del 2021 l'export ha segnato un rialzo del 16% rispetto allo stesso periodo del 2020, anche se è ancora più basso del 5,4% rispetto al quarto trimestre 2019.

Il distretto del lusso è ai vertici nazionali con una quota incisiva sull’export complessivo grazie all’attivismo di molte piccole imprese terziste a caccia delle commesse dei brand (il 63% del comparto è artigiano) e di partnership. Abbigliamento (+11,9%, brillante come nel distretto di Empoli), accessori in pelle (+21%) e calzature (+44%, nonostante il calo delle imprese, con l'incremento dei flussi verso la Svizzera) stanno rilanciando il settore grazie anche al reshoring dall’Asia (il ritorno in patria delle imprese) e alla formazione. Tutto ciò dettato dall'emergenza, cioè dalla necessità di diminuire il rischio di blocchi della produzione e di tenere le attività vicine per avere accesso ai fornitori. La pandemia spinge l'export italiano verso la Cina e, più in generale, verso i nuovi ricchi e, quindi, i potenziali consumatori di beni di lusso.

Ancora in calo, invece, tessuti (-4,5% come in tutta la Toscana e a Prato in particolare), altri prodotti tessili (-7,6%) e carta (-14.9%). Ancora peggiori i dati dell'export del comparto estrazione del marmo e graniti (con le relative macchine), sia in blocchi che lavorati, in calo del 34,1% rispetto al primo trimestre 2020.

Figure 2 – Additional export gains in goods and services in 2021-2022 thanks to US stimulus, by region* (USD bn)
Sul fronte interno, invece, il recupero è modesto dopo il calo consistente della domanda del canale Horeca (Hotellerie, Restaurant e Cafè) dovuti agli effetti della pandemia e dei lockdown. La crisi della ristorazione nelle grandi città dà a Firenze il record negativo di locali scomparsi. I consumi rilevati nella quarta settimana di giugno attraverso i pagamenti digitali (elaborazioni su dati Axepta) non sembravano risentire delle riaperture dei negozi e della campagna vaccinale, salvo che nella Gdo; mentre i dati Istat del commercio al dettaglio di luglio hanno mostrato una ripresa più decisa con un aumento a due cifre per abbigliamento, calzature, articoli in pelle e gioielleria. Con la riapertura delle palestre si sta riattivando in modo sensibile il segmento degli integratori alimentari mentre surgelati, pizza, sushi e poké rivoluzionano le dispense dei ristoranti. L'industria della floricoltura si salva grazie al boom di ortaggi e fiori in giardino e sui balconi.