Con i suoi 2mila miliardi di dollari di Pil, l'economia brasiliana è vulnerabile e sensibile alle fluttuazione dei prezzi delle materie prime. Le vendite al dettaglio si sono arrestate nel mese di febbraio, la fiducia è scesa ai livelli pre-elettorali Bolsonaro è stato eletto a grande maggioranza dai brasiliani, ma in base ad alcuni sondaggi, solo 1/3 dell’elettorato lo sostiene ancora.
Il tasso di disoccupazione è tornato al di sopra del 12% e la fiducia delle imprese è in contrazione, nonostante il rimbalzo della produzione industriale di febbraio (+0,7% congiunturale). Tra le cause possiamo menzionare la confusione politica (accuse di corruzione a Bolsonaro, licenziamento di un ministro, disaccordi con l'oratore della Camera) e le prime difficoltà nel campo della politica estera e sociale.
Il Brasile di Bolsonaro punta le sue carte sulla riforma delle pensioni e sul rilancio dell'economia di mercato. Ma il rialzo della borsa brasiliana è in fase di decelerazione, dopo aver superato la soglia dei 100.000 punti (ora quota circa 96.000). La ripresa si preannuncia lenta (+2% il PIL di quest'anno), con dolorose e prolungate trattative sulle pensioni, che potrebbero far lievitare nuovamente i costi dei prestiti.