Nel contesto della crisi COVID-19, stimiamo che il fatturato delle aziende dell'Eurozona potrebbe scendere tra il -15% e il -25% su base annuale al culmine della crisi. I margini operativi potrebbero subire una riduzione in una forbice tra 1,0 a 1,5 punti percentuali.
Tenendo conto dello shock della domanda interna e della contrazione dei flussi commerciali internazionali causati dalla diffusione di Covid-19, prevediamo che il PIL dell'Eurozona si contrarrà dell'1,8% nel 2020 se i blocchi completi dovessero durare per un mese, o del -4,4% durano due mesi. Pertanto, i fatturati nel settore manifatturiero potrebbero scendere di -15% e -25% su base annuale nel secondo trimestre. Il che porterebbe ad un calo sull’anno intero fra -12% e -18%. Gli indicatori di marzo suggeriscono che le società dell'Eurozona stanno affrontando pressioni al rialzo sui prezzi di acquisto delle materie prime e di beni intermedi a causa della limitata possibilità di approvvigionamento, ma allo stesso tempo subiscono pressioni al ribasso sui loro prezzi di vendita a causa dello shock della domanda. Un po' di sollievo arriva dal prezzo del petrolio, che resterà su livelli bassi ancora a lungo, e dalle politiche dei vari Governo nazionali.
Stimiamo che, prima dell'epidemia di Coronavirus, 13.000 PMI nella zona euro (7% del totale) erano già a rischio. Questa crisi di liquidità e dei flussi di cassa potrebbe ora spingerli al default.
Un nostro studio recente ha identificato tre indicatori principali che possono aiutare a rilevare ile difficoltà di un’azienda ben quattro anni prima di un fallimento: redditività, capitalizzazione e copertura degli interessi. Se applichiamo questi criteri a oltre 200.000 PMI in Germania, Francia, Italia, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. In Francia, troviamo il 10% del totale delle PMI sono a rischio, in Germania vicino al 9%, in Italia il 5%, in Spagna il 6%, in Belgio l'8% e nei Paesi Bassi circa il 3% (vedi Figura 1).
I settori più a rischio sono l'edilizia, l'agroalimentare e i servizi.
In Francia e nei Paesi Bassi, il settore dei servizi ha il più alto numero di imprese a rischio. In Germania, Italia e Belgio, si tratta di costruzione (vedi Figura 2). La concentrazione nei primi cinque settori è massima in Francia (67%) e nei Paesi Bassi (67%), seguita da Belgio (64%), Spagna (63%), Germania (57%) e Italia (56%).
Nel complesso, prevediamo che le insolvenze aumentino del + 16% nell'Europa occidentale nel 2020.
Gli interventi del governo a sostegno delle imprese (differimenti fiscali, prestiti statali e garanzie, ecc.) Dovrebbero contribuire a limitare il numero complessivo di fallimenti. Tuttavia, prevediamo un aumento significativo delle insolvenze, in particolare in Italia (+ 18%), Spagna (+ 17%) e Paesi Bassi (+ 21%). Anche la Germania (+ 7%), la Francia (+ 8%) e il Belgio (+ 8%) registrerebbero un aumento delle insolvenze maggiore di quanto previsto prima della pandemia (Figura 3).
Figura 1 – Percentuale delle PMI a rischio