Il PIL tedesco è sceso dello 0,1% nel periodo aprile-giugno. Ad agosto l'indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese, è calato nuovamente a 94,3, dal 95,7 di luglio, il punto più basso da sette anni.
Nel secondo trimestre, il PIL destagionalizzato si è ridotto dello 0,1% su base trimestrale. Un forte calo delle esportazioni (-1,3%) e degli investimenti nel settore delle costruzioni (-1,0%) si è dimostrato sufficiente per far piegare le ginocchia all'economia tedesca, nonostante continui impulsi positivi ai consumi (+0,2% trimestrale). In considerazione delle prospettive contenute per il commercio mondiale e per l'industria automobilistica tedesca, con il persistere di un'elevata incertezza politica e commerciale dovute alla situazione dell’Italia e alla Brexit, non ci aspettiamo tassi di crescita più alti nei prossimi trimestri.
Quello che preoccupa di più è il fatto che la debolezza dell'industria si ripercuote sempre più sulla domanda interna come suggerito dai principali indicatori sulla fiducia delle imprese. Dopo tutto, l'economia tedesca è stata finora mantenuta a galla soprattutto dal consumo privato e dagli investimenti edilizi. A causa dell'avvio molto debole del terzo trimestre, il rischio di recessione è ora ad un livello elevato.