Come previsto, Boris Johnson ha vinto la corsa alla leadership del Partito Conservatore (con 92.153 voti, pari al 66% dei membri del partito votanti) ed è diventato Primo Ministro del Regno Unito il 24 luglio. Nel suo primo discorso, ha ribadito il suo obiettivo: un'uscita dell'UE il 31 ottobre con o senza accordo.
Nella sua lettera di congratulazioni, però, il presidente del Consiglio UE Donald Tusk ha dato l'impressione che i negoziati Brexit con l'UE non saranno facili. Inoltre, Johnson ha una fragile maggioranza in Parlamento. Il partito conservatore ha infatti 310 deputati votanti su un totale di 639, contro i 318 dell'opposizione. Finora, il DUP (Democratic Unionist Party, partito politico protestante di destra dell'Irlanda del Nord) è stato il partner junior della coalizione con i conservatori, ma Boris Johnson dovrebbe trovare un accordo con loro (in particolare sul confine irlandese) per poter continuare a contare sui loro 10 seggi e avere i 320 seggi che governano la maggioranza. Come promemoria, il DUP ha rifiutato tre volte di appoggiare l'accordo che Theresa May ha concluso con l'Unione europea. Johnson vuole eliminare l'intero piano di backstop dell'Irlanda del Nord e ha dichiarato che non consentirà controlli al confine irlandese in nessun caso. Il rischio di elezioni anticipate entro fine settembre (o un secondo referendum) è aumentato. Ci aspettiamo una nuova proroga dell'articolo 50 fino alla fine del 2020.