L'espressione "canarino in una miniera di carbone" descrive un avvertimento avanzato di qualche pericolo. A causa della sua posizione geografica, che ne fa un hub commerciale e finanziario, i dati e gli annunci politici di Singapore sono spesso considerati come primi indicatori del ciclo economico globale.
Le recenti uscite indicano che ci troviamo in una situazione di fragilità. In primo luogo, la stima preliminare della crescita del PIL nel primo trimestre ha mostrato una decelerazione su base annua (+1,3% tendenziale annuo nel primo trimestre dopo il +1,9% tendenziale annuo nel quarto trimestre 2018) a causa di una contrazione del settore manifatturiero (-1,9% tendenziale annuo).
In secondo luogo, gli indicatori mensili suggeriscono che l'attività è rimasta debole a marzo. Le esportazioni non-oil sono diminuite del -11,7% tendenziale annuo (dopo il +4,8% di febbraio).
Guardando al futuro, ci aspettiamo un'evoluzione economica in crescita al +2,3% nell'intero esercizio 2019 (dopo il +3,2% nel 2018 e il +3,7% del 2017) grazie ad una ripresa nella restante parte dell'anno. Le indagini congiunturali indicano un modesto aumento. Il PMI manifatturiero è salito a 50,8 punti in marzo (da 50,4 di febbraio) grazie all'aumento delle nuove commesse nazionali ed estere.
Nel frattempo, dalla Banca Centrale arrivano segnali di attesa. Il MAS (Monetary Authority of Singapore) ha annunciato che manterrà la sua politica per il momento invariata, citando un'inflazione inferiore al previsto e prospettive di crescita più deboli.