Domenica 31 marzo, la Turchia è chiamata nuovamente alle urne per le elezioni amministrative e la volatilità è alle stelle sui mercati. Le riserve di valuta estera (FX) sono diminuite del 7% nelle prime due settimane di marzo, il calo più ripido dall'apice della crisi valutaria dell'agosto 2018.
La lira turca (TRY) è a nuovi minimi e l'inflazione galoppa. La Lira Turca si è indebolita a 5,85 per 1 USD, la scorsa settimana prima di stabilirsi a 5,76, il peggior valore di chiusura dallo scorso ottobre. La Banca Centrale Turca ha reagito, ma invece di aumentare il suo principale tasso PcT a una settimana, ha lasciato il tasso invariato al 24%, mentre ha sospeso il suo utilizzo e ha iniziato a finanziare a tassi più elevati. Questo segna un ritorno all'inasprimento monetario "back door" non ortodosso che la BCT aveva abbandonato solo lo scorso giugno - una mossa che non contribuirà a migliorare la fiducia degli investitori. Quest'ultima è stata ulteriormente minata dalle minacce del governo contro i banchieri e gli investitori per presunte ingerenze in valuta estera. La lira turca ha recuperato un po' questa settimana, ma il trading è rimasto altamente volatile, mentre l'indice della Borsa di Istanbul ha continuato a scendere (-7% a marzo) e i rendimenti obbligazionari hanno continuato a salire.
Prevediamo che la volatilità e i rischi rimarranno elevati nelle prossime settimane.