Industria Tessile in Italia e Settore della Moda 2021
Euler Hermes ha realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerca Format Research una indagine sulle imprese manifatturiere del settore “moda”. Lo studio è stato realizzato con la tecnica delle interviste telefoniche (Sistema Cati) presso un campione statisticamente rappresentativo dell’universo delle imprese del settore con oltre 10 addetti (300 interviste in totale).
L’indagine ha consentito di approfondire l’evoluzione dei seguenti fenomeni: le esigenze delle imprese in termini di manodopera qualificata; le nuove politiche delle imprese in termini di internazionalizzazione a seguito dell’accorciamento delle filiere di fornitura globali e il “valore” della cosiddetta “sub-fornitura” presso le imprese del settore. La rilevazione è stata effettuata nella prima metà del mese di ottobre 2021.
Settore Tessile ed Export
Dopo il contraccolpo del 2020, il 2021 è stato l’anno della ripartenza anche per la moda.
Nei primi sette mesi il settore ha seguito il trend generale, crescendo in termini di fatturato del 22,2% contro il +27,2% messo a segno dal settore manifatturiero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora nei primi sette mesi del 2021 la produzione industriale ha segnato un +14,3%, leggermente inferiore al +17,9% della media nazionale.
L’export di settore, che rappresenta il 10,4% del totale nazionale, è cresciuto nello stesso periodo del 22,1% grazie all’exploit della pelletteria (+25,5%), con differenze poco marcate tra mercati Ue ed extra Ue. In forte calo, invece, l’import di prodotti tessili (-33,1%) soprattutto da Regno Unito, Usa, Svizzera e Cina (-76,1%).
Settore della Moda: l’eredità del Covid-19
Il Covid-19 ha colpito anche la moda, uno dei settori simbolo del Made in Italy. E lo ha fatto andando a incidere principalmente sul fabbisogno di circolante delle aziende del settore, oltre che sulle occasioni di vendita, in Italia ma soprattutto all’estero. Secondo i bilanci del 2020 raccolti dalla Banca Dati di Euler Hermes, il ciclo di conversione delle vendite ha richiesto 13 giorni in più rispetto al 2019, passando da una media di 97 a una media di 110 giorni. Vendere è divenuto più difficile, ma soprattutto più lento.
Un aumento dei tempi legato principalmente all’incremento dei giorni medi di incasso dei crediti commerciali (DSO), passati da 76 a 82 giorni, e all’aumento dei giorni di rotazione del magazzino (DIO), che invece sono passati da 87 a 96 giorni. Le chiusure per settimane degli esercizi commerciali, i lockdown prolungati, ma anche la ridotta propensione all’acquisto degli italiani, sono i fattori alla base di questa tendenza che ha tolto ossigeno alla catena di fornitura italiana, dall’ingrosso al dettaglio.
I mancati incassi hanno di conseguenza aumentato il fabbisogno di Capitale Circolante, quantificato su scala nazionale tra i 400 e i 500milioni di euro, che tuttavia sono stati in parte coperti dalle misure messe in campo tanto dal Governo quanto dalle istituzioni finanziarie, essenziali per preservare il tessuto produttivo e imprenditoriale italiano.
Qualità a un costo maggiore, il segreto del settore moda in Italia. Un comparto che conosce la crisi, aggravata dalla pandemia Covid-19. Il settore della moda, riconosciuto tra le eccellenze del Made in Italy nel mondo, sta affrontando una crisi che non conosce freni, aggravata dall’insorgere della Pandemia Covid-19.
Nonostante il grande supporto fornito dai vari schemi statali di tutela dei posti di lavoro e da finanziamenti statali o garantiti dallo Stato, riteniamo che fino all'8% dell'occupazione totale del settore (circa 158.000 posti di lavoro) e il 6% delle imprese (circa 13.000) potrebbero scomparire entro la fine del 2021.
Il comparto TMA (Tessile, Moda e Accessori), vanta un fatturato di circa 100 miliardi di euro, la moda è un fiore all’occhiello del settore manifatturiero italiano, seconda in termini di ricavi solo alla meccanica. Nonostante i numeri favorevoli, però il settore della moda italiana ha subito una profonda trasformazione negli ultimi vent’anni.