Il nuovo ministero della Transizione ecologica, introdotto dal presidente del Consiglio Mario Draghi, è un segnale evidente della direzione verso cui è sempre più necessario andare non solo a livello nazionale ma globale. L’emergenza Covid-19 ha messo a nudo tutte le criticità delle nostre città e del nostro stile di vita dove l’inquinamento da polveri sottili ha di fatto agevolato il diffondersi dell’epidemia.
La riduzione dell’impatto ambientale è una strada ormai obbligata per tutti; per qualsiasi azienda investire in un’ottica di sostenibilità significa oggi più che mai ottenere un ritorno positivo misurabile in termini ambientali, sociali ed economici. Secondo i dati contenuti nel Focus Censis – Confcooperative “Smart & Green, l’economia che genera il futuro” infatti entro il 2023 il settore green, che già oggi vale il 2,4% del Pil, genererà mezzo milione di nuovi posti di lavoro, più del doppio del digitale; ogni 5 nuovi posti di lavoro creati dalle imprese in Italia uno sarà generato da aziende ecosostenibili.
Avere uffici eco-friendly diventa quindi un traguardo assolutamente necessario da raggiungere per investire nella sostenibilità.
Come rendere un’azienda green
Dall’architettura ai materiali utilizzati, dall’illuminazione alle regole di comportamento al lavoro: sono tanti i modi e le soluzioni per realizzare già in ufficio aziende sostenibili privilegiando anche il benessere degli occupanti e quindi anche la loro produttività.
Le aree di intervento più importanti sono legate alla climatizzazione, all’illuminazione, alla ventilazione, alla costruzione di impianti idraulici ad alta efficienza e all’utilizzo di materiali riciclabili.
Le tendenze per il futuro spingono verso scelte rispettose dell’ambiente già nel design: ecco allora i tetti “intelligenti” cioè rivestiti di piante che offrono così due vantaggi, un forte assorbimento del calore solare (e un conseguente inferiore utilizzo dei climatizzatori) e l’assorbimento dell’acqua piovana in eccesso. Come i tetti anche le finestre possono essere “smart” quando sono realizzate in vetro commutabile, cioè in grado di diventare opaco o trasparente a seconda delle necessità ma senza variare la luminosità della stanza; in questo modo le finestre oltre alla luce possono fornire più o meno calore in base alla minore o maggiore opacità del vetro. L’isolamento termico è infatti un altro fondamentale alleato della sostenibilità. Anche le pareti divisorie di un ufficio possono regolare la perdita o l’aumento di calore mantenendo così una temperatura il più possibile uniforme e permettendo di limitare molto i costi di riscaldamento ed evitando uno spreco energetico. Sono molti i materiali isolanti utilizzabili: i più diffusi sono la fibra di legno, la cellulosa e il polistirene.
L’illuminazione ha un altro ruolo fondamentale per rispettare le regole del risparmio energetico. Circa il 25% dei costi per un’azienda sono legati proprio a questo aspetto. Sfruttare la luce naturale, quando possibile, è la soluzione migliore montando finestre di grandi dimensioni o utilizzando addirittura il tetto in vetro. Ma se c’è bisogno di luce artificiale la prima cosa da fare è utilizzare lampade al led che consumano solo il 10% rispetto a quelle a incandescenza e hanno una durata 40 volte maggiore. Il futuro però è rappresentato dalle lampade Oled che sfruttano una tecnologia ancora più avanzata offrendo risultati superiori. I materiali riciclati rappresentano un altro aspetto importante per il rispetto dell’ambiente e il benessere dei lavoratori perché offrono un ambiente più salutare. I mobili in ufficio possono così essere realizzati in plastica e in resina riciclate, in sughero, in cartone pressato, in tessuti naturali e in PVC e, infine, un altro materiale fortemente ecosostenibile è il vetro.
Risparmiare energia investendo in sostenibilità passa anche dal limitare l’uso dell’acqua riciclando quella piovana grazie all’uso di piante sul tetto, come accennato in precedenza, o utilizzando tecnologie innovative per recuperare l’acqua di scolo che passa per le grondaie. Ma si può anche cominciare semplicemente abbassando la portata dell’acqua dei rubinetti e dei servizi igienici. Un ultimo aspetto, ma non meno importante per il benessere di chi lavora in un ufficio, è quello dell’active design.
Uno standard progettuale sviluppato negli USA applicato finora in qualche progetto innovativo come il Bullit Center di Seattle, l’edificio che per più di 4 anni ha mantenuto il primato di edificio per uffici più sostenibili al mondo. Il design attivo prevede una serie di interventi progettuali per gli uffici pensati per favorire l’attività fisica di chi vi lavora: dalla presenza di grandi scale alla realizzazione di ampi camminamenti con la presenza di piante verdi che consentono spostamenti a piedi da un edificio all’altro o da un’ala all’altra dello stesso edificio.
La riduzione dell’impatto ambientale
Anche con i piccoli gesti quotidiani in ufficio si può contribuire a ridurre l’impatto ambientale. Ecco alcune regole che si possono seguire.
Lavorare da casa una volta a settimana è una pratica sempre più diffusa anche a seguito dell’epidemia da Coronavirus; lo smart working garantisce infatti molti effetti positivi sia per l’azienda che per il dipendente. Quando invece ci si deve recare sul posto di lavoro è consigliabile usare i mezzi pubblici o la bicicletta o ancora condividere il tragitto con l’auto di colleghi. Altra regola facile e importante da seguire è quella di ridurre gli sprechi e fare la raccolta differenziata, dotando l’ufficio di appositi contenitori, oltre ad abbattere l’uso della plastica privilegiando l’uso di borracce di vetro o acciaio.
Azienda ambasciatrice del progetto Plastic Free del Ministero dell’Ambiente è stata Euler Hermes, che ha aderito alla campagna, prima tra le aziende, eliminando l’uso della plastica monouso durante gli eventi aziendali, eliminando la vendita di bottiglie di plastica dai distributori, sostituendo la fornitura con distributori di acqua alla spina, e promuovendo azioni di sensibilizzazione tra i dipendenti sull’importanza di ridurre l’inquinamento da plastica.
Il luogo di lavoro può avere un impatto molto importante sulle persone, motivo per cui educare al rispetto dell’ambiente determina forti ripercussioni, è importante quindi svolgere una costante azione di sensibilizzazione.
Tra le regole fondamentali per il risparmio energetico c’è sicuramente quella di limitare l’uso della stampante utilizzandola solo quando davvero necessario, magari organizzandosi per avere una bacheca virtuale in cui poter mettere gli avvisi più importanti; se non si può evitare di usare la stampante è importante utilizzare carta riciclata. Un altro passo fondamentale per rendere un ufficio sostenibile è quello di eliminare i cosiddetti vampiri energetici. Ma come riconoscerli? Si tratta di tutti quei consumi silenziosi e solitamente inutili che facciamo persino fatica a riconoscere: stampanti, fotocopiatrici e anche computer che lasciati in stand by possono avere comunque un discreto consumo energetico. Meglio sempre quindi spegnerli del tutto per diminuire il loro impatto ambientale anche di notte.
Disporre le scrivanie in modo tale che possano usufruire il più possibile della luce naturale riducendo così l’utilizzo di quella artificiale è un’altra buona prassi da non sottovalutare, così come quella di tenere al minimo il riscaldamento e l’aria condizionata. Infine portare il verde anche in ufficio; oltre ad aiutare a purificare l’aria le piante rappresenteranno un baluardo della natura nell’ambiente di lavoro, e ricorderanno a tutti l’importanza di scommettere sulla sostenibilità.
Il Certificato Leed Platinum: due eccellenze italiane
Il sistema statunitense di classificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica, la Certificazione Leed Platinum (Leadership in Energy and Environmental Design), sviluppato dallo US Green Building Council, fornisce un insieme di standard di misure per valutare le costruzioni sostenibili. Il primo edificio in Italia ad avere ottenuto la Certificazione Leed al più alto grado, cioè il Platinum, è Palazzo Novecento a Torino, considerato un capolavoro del Razionalismo italiano e uno degli edifici simbolo del Novecento torinese. Costruito tra il 1928 e il 1930 e acquisito dal Gruppo IPI, è il primo progetto europeo e uno dei pochissimi a livello internazionale ad avere ottenuto questa certificazione.
Altro edificio realizzato con l’obiettivo dichiarato di arrivare ad ottenere la Leed Platinum è il complesso milanese di via Monte Rosa 91. Firmato da Renzo Piano Building Workshop (RPBW), l’edificio rientra in un ampio progetto di riqualificazione che intende restituire alla città alcuni palazzi trasformandoli e ridando loro nuova vita. Il complesso di via Monte Rosa 91 comprende uffici, negozi, bar, spazi dedicati alla cultura allo svago e al benessere, spazi verdi e giardini e ha il principale obiettivo di valorizzare lo spazio collettivo, aprendolo ancora di più alla città e al contesto che lo circonda come sottolineano le ampie vetrate della facciata.
Aziende sostenibili in Italia: la fotografia dell’Istat
Il censimento permanente delle imprese del giugno 2020 ci fornisce un’interessante fotografia dello stato delle cose su aziende italiane e sostenibilità ambientale. Ecco alcuni dati.
Nel 2018, 712mila imprese (68,9% delle imprese con 3 o più addetti) dichiarano di essere impegnate in azioni volte a migliorare il benessere lavorativo del proprio personale, 688mila (66,6%) svolgono azioni per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, 670mila (64,8%) si sono attivate per migliorare il livello di sicurezza all’interno della propria impresa.
L’impegno verso una riduzione dell’impatto ambientale è più accentuato tra le imprese dell’industria in senso stretto (71,6%) e in quelle delle costruzioni (71,1%) rispetto alle imprese dei servizi (64,5%) tra le quali quelle attive nel settore della sanità e assistenza sociale mostrano percentuali elevate (73,1%). Infine i comportamenti sostenibili crescono all’aumentare delle dimensioni dell’impresa. Combinando poi dimensioni e ripartizione geografica emerge che sono soprattutto le imprese del Mezzogiorno, di piccola e media dimensione, ad avere scelto comportamenti sostenibili, come la riduzione dell’impatto ambientale e il benessere del territorio.