Se c’è un tema che il Covid-19 ha inevitabilmente messo in evidenza in questo ultimo anno e mezzo è la questione legata alla “mobilità”. Abbiamo visto per settimane città svuotate dalle persone, dalle automobili, dai mezzi pubblici di trasporto e non ci si può non soffermare sui benefici che tutto questo ha portato in termini soprattutto di qualità dell’aria nei centri abitati, grandi o piccoli. Impossibile quindi non prendere in considerazione anche per il prossimo futuro una strategia che comprenda investimenti infrastrutturali adeguati, sia da parte delle città per potenziare la mobilità sostenibile nei centri urbani e nelle grandi metropoli europee e di tutto il mondo sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale nelle aziende.
Investimenti infrastrutturali e piani di mobilità sostenibile
L’OMS afferma che il 92% della popolazione mondiale vive in zone in cui la pessima qualità dell’aria rappresenta un serio rischio per la salute. Nelle aree urbane la concentrazione di polveri sottili supera spesso, infatti, la soglia di allarme e il tutto è dovuto principalmente ai motori a scoppio. L’unica soluzione, quindi, rimane un repentino cambio di rotta a livello globale. Seppure i dati dell’inquinamento soprattutto durante il primo lockdown del marzo 2020 hanno aperto gli occhi sulla massiccia circolazione di auto e l’inquinamento che ne deriva, non è ancora abbastanza. Non può bastare qualche mese di calo drastico nella circolazione di mezzi aziendali e non per cancellare un problema ben più grande, quindi proprio per questo è necessario studiare un piano di mobilità sostenibile applicabile nel medio-lungo periodo fin da subito. Città e aziende si orientano sempre di più in questo senso, pensando concretamente a quale tipologia di investimenti infrastrutturali nel settore trasporti puntare per un futuro più green e una migliore qualità dell’aria e della vita urbana in generale. Già prima della pandemia la mobilità sostenibile era un tema molto sentito nelle metropoli europee che tra veicoli elettrici, monopattini, biciclette e servizi di car sharing aveva già dettato una svolta ecofriendly nel settore trasporti. Il solo ricorso a trasporti green però non è abbastanza perché alla base di pari passo dovrà essere sviluppata una rete di mobilità cittadina in grado di supportare questa rivoluzione sostenibile. Bisogna lavora su due fronti, da una parte la riduzione dell’inquinamento atmosferico, dall’altra la riduzione del numero di veicoli in circolazione, favorendo sempre di più l’utilizzo di mezzi pubblici e mezzi aziendali, rigorosamente ecofriendly, decongestionando così le metropoli europee e italiane dallo smog, dal rumore, dal traffico e, di conseguenza, dagli incidenti.
Settore trasporti in Italia: criticità e investimenti futuri
La pandemia ha evidenziato la necessità di agire concretamente sulla mobilità sostenibile, ma già nel periodo post lockdown i dati sul trasporto e gli spostamenti nel contesto italiano non sono per nulla incoraggianti. Se all’inizio lo smart working è sembrato essere un valido alleato per il contrasto all’inquinamento, ora la vita lavorativa è più o meno ricominciata per tutti a pieno ritmo: l’utilizzo dell’auto come mezzo di trasporto in città è aumentato del 70%, lo spostamento a piedi è cresciuto del 26% mentre il settore trasporti pubblici è calato del 25%. La mobilità sostenibile in Italia non viveva una situazione ottimale già prima dell’emergenza sanitaria e ora continua ad essere un tema delicato e controverso, soprattutto quando è messa a confronto con il contesto europeo. In merito ai piani di mobilità sostenibile e agli investimenti infrastrutturali c’è disuguaglianza anche tra le stesse città italiane. Secondo il Rapporto 2020 OSMM (Optimal sustainable mobility mix) Milano è in vetta alla classifica per la mobilità sostenibile in città, Bologna punta di più sulla mobilità dolce ovvero lo spostamento in bicicletta, mentre Firenze ha un’ottima rete di punti di ricarica auto elettriche e ibride plug-in. Ma le criticità sono sempre dietro l’angolo, prima tra tutti la difficoltà ad abbandonare l’uso delle auto private per gli spostamenti. Non in tutta Italia i mezzi pubblici possono definirsi efficienti anche dal punto di vista dell’inquinamento, però anche dove il trasporto pubblico ha raggiunto alti livelli di sostenibilità con un rinnovamento del parco circolante comunque la percentuale di italiani che se ne servono è sempre troppo bassa per innescare un cambio di rotta drastico. Le caratteristiche delle automobili che intasano le vie cittadine, inoltre, peggiorano ulteriormente la situazione. Per affrontare tutto ciò, nel PNRR da poco approvato dal Governo italiano sono stati inseriti ben 62 miliardi di euro destinati esclusivamente a investimenti infrastrutturali, logistici e alla mobilità sostenibile (circa 8mld). I fondi mirano a dare una significativa svolta alle infrastrutture e ai trasporti green: si punterà molto sul potenziamento delle piste ciclistiche urbane e turistiche e del trasporto rapido di massa (metro, filovie, tram); oltre mezzo miliardo servirà per avviare la transizione verso la mobilità elettrica mentre uno dei punti centrali del piano riguarderà il rinnovo delle flotte di bus e dei treni verdi.
Sostenibilità ambientale nelle aziende attraverso la mobilità “green”
Molto della questione mobilità passa anche per le scelte aziendali. Dopo che la maggior parte delle realtà imprenditoriali italiane hanno dovuto adottare per necessità lo smart working, non tutte alla fine, passata la prima fase turbolenta dell’emergenza Covid-19, si sono adeguate nel riorganizzare al processo lavorativo rendendolo più efficiente. Non basta, infatti, dichiararsi “green”, ma bisogna dimostrare di esserlo in ogni attività a partire dalla gestione del Personale. Le politiche di welfare possono dare una svolta nell’incentivare fenomeni come il lavoro da remoto in alcuni giorni della settimana o come la mobilità sostenibile, dando veramente una nuova impronta sostenibile all’azienda. Per ridurre l’impatto ambientale prodotto dai dipendenti e dai loro spostamenti (soprattutto casa-ufficio), sempre più imprese intraprendono progetti di mobilità sostenibile convertendo la propria flotta aziendale alla mobilità elettrica e installando punti di ricarica per auto elettriche accanto alla propria sede. Un’altra soluzione adatta alle finalità green è il car pooling (uso condiviso di auto) e, come nel caso precedente, anche qui il beneficio ambientale va di pari passo con quello economico da parte dell’azienda che investe.