Secondo una ricerca degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, il futuro è la meccatronica in Italia. Quasi quattro aziende su dieci, infatti, hanno messo in preventivo nel loro budget 2019 investimenti in innovazione, digitalizzazione e automazione superiori a quelli dello scorso anno. Un indicatore importante che dimostra la buona salute di cui gode il settore metalmeccanico in Italia. D’altra parte quello della meccanica è il distretto industriale italiano, insieme a quelli alimentare e del vino, che hanno battuto la crisi, mettendosi più in luce per l’espansione di margini e fatturato. Un comparto tra i più importanti nel nostro Paese che occupa circa 1.600.000 addetti, risultando così il secondo in Europa dopo la Germania, produce ricchezza per circa 100 miliardi di euro, esporta beni per 200 miliardi e l’attivo del suo interscambio (60 miliardi di euro) contribuisce al totale riequilibrio della bilancia commerciale italiana.
Il trend di crescita del settore metalmeccanico in Italia è in costante aumento, nel 2019 la quota destinata agli investimenti 4.0 è infatti aumentata del 2,6% a fronte dell’1,9 che era emerso dalla precedente rilevazione.
È interessante notare poi come l’aumento delle risorse per l’innovazione riguardi maggiormente le grandi imprese (+4,8%) e le medie imprese (+3,2%), mentre appaiono meno ricettive in tal senso le grandissime imprese (+1,9%).
Le aziende quindi sentono la necessità di investire per la produttività che è il primo motore di crescita e l’unico modo per rimanere competitivi a livello nazionale e globale. È quello che d’altra parte impone oggi la quarta rivoluzione industriale. L’industria 4.0 infatti sarà sempre più automatizzata, una realtà in cui operatori, macchine, componenti e sistemi saranno interconnessi in tempo reale e potranno comunicare e collaborare con una totale interconnessione tra diverse tecnologie e diversi device.
Settore meccatronico e Legge
Si chiama meccatronica la nuova realtà industriale che riunisce, facendole interagire tra loro, la meccanica, l’elettronica e l’informatica per automatizzare i sistemi di produzione e semplificare il lavoro umano. Un nuovo scenario in veloce cambiamento che richiede nuove professionalità e conoscenze. E se, come abbiamo visto, il comparto gode di buona salute è anche vero però, secondo una recente indagine di Federmeccanica, che il 48% delle aziende associate afferma di non riuscire a reperire persone con le conoscenze necessarie ad un contesto più tecnologico come quello che si sta profilando.
La meccatronica del settore auto risente particolarmente di questa esigenza.
Il meccatronico è infatti la nuova figura professionale prevista dalla Legge 224/2012 (del 2013) che ha modificato la disciplina dell’autoriparazione riducendo di fatto a tre le categorie dell’autoriparatore: meccatronico (meccanico + elettrauto) carrozziere e gommista. Elettrauti e meccanici quindi sono rappresentati dalla nuova categoria dei meccatronici, resa necessaria dall’evoluzione dei veicoli a motore, sempre più regolati dall’elettronica.
Meccatronico e legge è quindi un binomio sempre più necessario perché riparare un’automobile, oggi, è un’operazione che richiede competenze teoriche e pratiche. Se inizialmente era fissata al 5 gennaio 2018 la data entro cui era necessario seguire un corso di formazione per l’abilitazione all’esercizio dell’attività di meccatronico, a seguito dell’azione svolta da Confartigianato è stato approvato dalla Commissione Bilancio alla Camera l’emendamento promosso nell’ambito della Legge di Bilancio, per ottenere il rinvio del termine al 5 gennaio 2023. È prorogato quindi di cinque anni il termine per l’adeguamento dei requisiti richiesti per l’esercizio dell’attività meccatronica. Dopo la frequentazione con esito positivo dei corsi regionali di qualificazione è prevista l’immediata abilitazione all’esercizio dell’attività di meccatronico.
Meccatronica in Italia e formazione
C’è quindi un bisogno crescente di personale qualificato, difficile al momento da reperire sul mercato. Allo stesso tempo c’è la necessità di aggiornare senza sosta le competenze delle persone già in azienda per gestire e non subire il cambiamento. Conoscenza, sapere e competenza sono, infatti, le infrastrutture immateriali fondamentali per un Paese 4.0.
A questo fine, Federmeccanica ha deciso di lanciare il manifesto “Più impresa” a sostegno dell’alternanza scuola lavoro e della formazione di qualità, per sollecitare il Governo a mantenere, in particolare negli istituti tecnici e professionali, un’alternanza scuola-lavoro di 400 ore, o strumenti equivalenti, nel triennio per tutti gli studenti e continuare a garantire alle scuole direttamente interessate strumenti e dotazioni finanziarie superiori, e non inferiori, a quelle attualmente previste.
Importante sarà inoltre riconoscere il credito di imposta, o misure equivalenti, per le spese fatte dalle aziende per l’alternanza e la formazione del personale funzionale a Industria 4.0 (tecnologie, macchinari, organizzazione, modelli di business, ecc.). Secondo Federmeccanica le imprese non hanno bisogno di un’alternanza qualunque ma di un’alternanza di qualità, basata sulla collaborazione tra Scuola e Impresa in ogni fase, dalla progettazione alla valutazione dei risultati. Per il buon funzionamento occorrono processi strutturati, impiego di risorse materiali e immateriali, flessibilità e capacità di adattamento di ogni attore. Tutor aziendali e Insegnanti hanno bisogno di un continuo aggiornamento e deve essere reso sistematico il confronto tra Scuole, Imprese e centri di ricerca. Tutto questo richiede un supporto normativo, amministrativo ed economico.
Il Polo Meccatronica di Rovereto
Creare un hub tecnologico di riferimento, dove i sistemi dell’impresa, della formazione, della ricerca e dell’innovazione possano interagire per sviluppare progetti innovativi è l’obiettivo del Polo Meccatronica di Rovereto. Il progetto industriale e tecnico-scientifico, fortemente voluto dalla Provincia Autonoma di Trento, è coordinato da una task-force mista pubblico-privato e dalle competenze interdisciplinari. Polo Meccatronica rappresenta l’evoluzione del Business Innovation Centre di Trento, una vera eccellenza del nostro Paese dove discipline diverse come meccanica, elettronica, information technology, idraulica, pneumatica e sensoristica interagiscono in maniera sinergica. 100 mila metri quadrati per produrre, ricercare, sperimentare prodotti innovativi in un triangolo della conoscenza in cui ricerca, imprese e formazione interagiscono quotidianamente.
L’hub tematico dedicato alla meccatronica, realizzato con un investimento pubblico di 90 milioni di euro, risponde perfettamente alle necessità di innovazione, ricerca e sviluppo del territorio grazie a un cluster composto da imprese e organizzazioni imprenditoriali pubbliche e private.
Attrazione, sviluppo, crescita, innovazione e collaborazione sono le parole chiave messe in campo dal Polo Meccatronica per superare il divario esistente tra aziende, sistema della formazione e sistema della ricerca e sviluppo.
Perfetto esempio di Industria 4.0, il Polo Meccatronica di Rovereto permette di comprimere i tempi di produzione e sviluppo grazie alle dotazioni di prim’ordine delle diverse aree quali: 3D printing, Additive, Subtractive, Hybrid Manufacturing, Elettronica Ict, simulazione, networking, Internet of Things, integrazione di sistema, metrologia, cyber security, rototipazione di prodotto, prototipazione di schede integrate.
Si deve però registrare una nota dolente. Nel 2020 il polo avrebbe dovuto ricevere, secondo l’attuale bilancio in vigore, 7,59 milioni di euro. Nel 2021 le risorse sarebbero dovute salire fino a 16,59 milioni. Ma la variazione di bilancio appena varata prevede tagli importanti: nel 2020 di 4,57 milioni, e nel 2021 di 15,11 milioni. In pratica, per il polo della meccatronica, che attende le risorse per i grandi passi in avanti, dai nuovi laboratori alle nuove sedi degli istituti superiori Cfp Veronesi e Iti Marconi, si prospettano anni grami sul piano finanziario.