L’Industria 4.0 è il risultato della quarta rivoluzione industriale, e questo lo dimostra anche il lungo elenco dei brevetti esistenti in diversi settori industriali. È un fenomeno interessante sotto ogni punto di vista, soprattutto per quanto riguarda la profonda trasformazione delle imprese nel modo di produrre beni e per le agevolazioni fiscali per l’industria 4.0.
Automatizzazione e interconnessione sono le parole chiave del modello industriale del prossimo futuro in cui la crescita economica italiana, ma anche europea, passeranno attraverso la banca dati dei brevetti depositati per favorire maggiormente il digital manufacturing, ovvero quel processo integrato che serve a definire, ottimizzare e gestire un sistema di fabbricazione e produzione in ambiente virtuale.
Banca dati brevetti: Europa e Italia ancora indietro
L’Italia, insieme a molti stati europei, si trova ancora molto indietro in questa quarta rivoluzione industriale a partire dall’elenco di brevetti esistenti, soprattutto in materia di Intelligenza Artificiale. In realtà, un recente studio effettuato dall’Ufficio Europeo dei Brevetti ha evidenziato che il 45% del Pil europeo è realizzato da imprese ad alto investimento di proprietà intellettuale, un importante passo in avanti se si pensa che solo nel 2011 il Pil delle stesse imprese era del 39%. Questo è sicuramente un segnale importante che va ad evidenziare quanto è stato fatto finora in termini di coinvolgimento tra rappresentanti delle industrie e delle istituzioni in un’ottica di stretta collaborazione a livello europeo tra professionisti, università e centri di ricerca, anche per arricchire la banca dati dei brevetti. Nonostante gli sforzi messi in campo, però, ancora c’è molto da lavorare per stare al passo di colossi come Cina, Stati Uniti, Giappone e Corea che ogni anno investono grandi risorse, umane ed economiche, nel dialogo tra imprese e università per l’ideazione di nuovi ed innovati brevetti depositati e prodotti.
La Cina, con il lavoro svolto da ben otto università, è la nazione che produce di più in termini di elenco dei brevetti esistenti: possiede tre volte il numero di brevetti europei e nel 2014 ha superato gli USA. Gli Stati Uniti, d’altro canto, battono il colosso cinese in termini di brevetti depositati e poi “esportati” oltre i confini nazionali: la metà dei brevetti made in USA finisce nell’elenco di brevetti esistenti di altri Paesi, mentre quelli cinesi sono solo il 19%. Inoltre l’Asia (soprattutto Cina-Giappone-Corea), a differenza dell’Europa, viene considerata da molti sviluppatori a livello industriale la base in cui depositare i brevetti: a fronte di oltre 3 milioni di brevetti depositati a livello mondiale, infatti, quasi la metà sono depositati in Cina. I brevetti depositati riguardano principalmente:
- Intelligenza Artificiale;
- Internet of things;
- blockchain;
- droni, stampe 3D e cyber security.
A differenza degli USA e degli stati asiatici più tecnologicamente avanzati, se si prendono in considerazione solo i brevetti europei depositati presso l’European Patent Office, invece, si nota che le domande di brevetto in ottica “industria 4.0” sono solo il 30% del totale.
Industria 4.0: agevolazioni fiscali per chi investe nella ricerca
Affinché questo nuovo approccio digitale e industriale entri a far parte della routine quotidiana della produzione, e delle nuove professioni, è necessaria una costante implementazione dell’area ricerca e sviluppo (R&S) nelle aziende che, inoltre, devono riallacciare i rapporti con le università, centri di ricerca per eccellenza.
In prima battuta è lo stesso Governo italiano il “sostenitore” principale dell’innovazione in campo industriale e lo ha dimostrato, in passato, incoraggiando investimenti innovativi nell’Industria 4.0, aumentando la spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione e rafforzando la finanza a supporto delle start up innovative. Per tutte queste attività è stato pensato il Piano Nazionale Industria 4.0 2017-2020, una manovra che include:
- iper-ammortamento per investimenti ad altissima tecnologia;
- detrazioni fiscali per investimenti in start-up e Pmi innovative;
- fondi di investimento dedicati all’industrializzazione di idee e brevetti ad alto contenuto tecnologico (CDP);
- uno stanziamento di 140 milioni per investimenti green;
- il rifinanziamento del super-ammortamento di Industria 4.0.
Da un rapporto ISTAT è emerso che queste disposizioni hanno svolto un ruolo abbastanza rilevante per le aziende nella decisione di investire nel digital manufacturing in termini di ricerca e sviluppo. Inoltre anche un’indagine Mise-MET ha sottolineato quanto le imprese italiane abbiano apprezzato e sfruttato gli incentivi statali per agevolare il loro processo di trasformazione 4.0.
Pertanto, sulla scia di questi risultati positivi, con decreto ministeriale del 2 agosto 2019, il Governo ha voluto rendersi ancora più utile per le imprese italiane provvedendo al rifinanziamento degli interventi sui grandi progetti R&S, avvalendosi delle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle aziende e per gli investimenti in ricerca, rivolto a qualsiasi dimensione industriale. Questo per ribadire che è necessario un continuo intervento del legislatore italiano al fine di incentivare investimenti e promuovere agevolazioni fiscali per l’industria 4.0 per favorire l’ottimizzazione e l’implementazione del settore digitale e delle sue innumerevoli applicazioni.