Se si riflette sul fatto che il packaging altro non è che l’arte e la tecnologia della protezione e dell’aggiunta di valore di un prodotto, si intuisce tutta l’importanza di questo settore.
Un settore che non a caso, nel panorama manifatturiero del nostro Paese, è al primo posto non solo a livello europeo ma globale. Il settore delle macchine per il packaging (confezionamento e imballaggio) svetta infatti nella classifica del fatturato mondiale del comparto con 7,6 miliardi di euro, con un incremento per il 2018 pari al 6,8%.
Ma le soddisfazioni arrivano anche dalle vendite all’estero: secondo i dati del Centro Studi di Ucima (Associazione italiana di categoria che riunisce i costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio) una macchina su cinque venduta nel mondo è infatti italiana. L’Unione Europea si conferma la principale area di destinazione delle vendite (di cui il 56% riguarda il settore Food e Beverage), assorbendo il 37,4% del fatturato totale, al secondo posto si posiziona l’Asia (21,8%) seguita dal mercato nord americano (11,6%). Quella delle aziende costruttrici di macchine per il confezionamento è una punta di diamante dell’industria nazionale che vede 250 aziende medie e 350 ditte artigianali dislocate soprattutto in Emilia Romagna, in Lombardia, in Piemonte e in Veneto, regioni che insieme rappresentano più dell’80% delle unità di comparto. Un primato però, secondo Ucima, che bisognerà mantenere stando al passo con l’evoluzione della tecnologia e delle richieste del mercato. Serve soprattutto un salto di qualità in particolare nella direzione di una produzione sostenibile, soprattutto ora che alcuni formati di plastica sono sotto accusa per il loro impatto sui nostri mari.
Packaging ecologico e innovazione: le sfide del comparto
La sfida del comparto per rimanere al passo con quanto il mercato oggi richiede si gioca su due fronti: l’automazione industriale sempre più a dimensione di cliente e attenta allo sviluppo sostenibile e l’utilizzo di materiali e di design ecosostenibili e riciclabili.
La sostenibilità è una scelta, di medio-lungo termine, sicuramente impegnativa, ma anche sempre più strategica per qualsiasi azienda. Si tratta di un percorso fatto di piccoli e grandi traguardi raggiungibili grazie a investimenti in ricerca e sviluppo e grazie anche ad un particolare atteggiamento culturale.
Per raggiungere questo cruciale traguardo i costruttori di macchine confezionatrici hanno tra l’altro individuato alcune tecnologie come il virtual commissioning (il collaudo della macchina effettuato non sul mezzo fisico ma sul digital twin, il gemello digitale) che riduce i tempi di collaudo, l’evoluzione delle tecnologie IoT (Internet of Things), grazie alle quali le macchine potranno migliorarsi e aggiustarsi in autonomia, i robot e i cobot (robot collaborativi) mobili che consentono una produzione più flessibile, e la R&D (Research and Development) nel campo delle tecnologie innovative per il recupero e il riciclo degli imballi.
E anche per quanto riguarda il riciclo il settore del packaging segna un altro successo: i dati forniti dal Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi a cui aderiscono oltre 850mila imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi) infatti inseriscono il nostro Paese tra i più virtuosi in Europa, a ridosso della Germania, con oltre 9,2 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggi industriali avviati al riciclo, composti da materiali in acciaio, legno, alluminio, carta, plastica e vetro. Un traguardo significativo se si pensa che nel 1998 solo un imballaggio su 3 veniva recuperato, oggi sono 4 su 5 quelli che non finiscono in discarica e le cui materie prime vengono reimmesse nel ciclo produttivo.
L’importanza del tema del riciclo (se ne è parlato alla recente Economic Packaging Conference importante appuntamento per il mercato del packaging) è d’altra parte il fulcro di quel concetto di economia circolare a cui l’UE ha recentemente introdotto un pacchetto di importanti novità. Il pacchetto fissa tra l’altro al 65% il riciclo dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 (70% entro il 2030). Un traguardo che l’Italia ha raggiunto con anticipo grazie a politiche corrette e allo sforzo delle aziende e del Conai in campagne di sensibilizzazione.
Novità per un packaging sostenibile e all’avanguardia
Gran parte delle emissioni dei gas effetto serra è dovuta alla produzione di beni di largo consumo. In questo contesto il packaging può sicuramente fornire una soluzione al problema rendendo disponibili soluzioni dedicate per la distribuzione di alimenti, acqua potabile e farmaci per le popolazioni in difficoltà. Un’altra sfida strettamente connessa al packaging è quella relativa all’inquinamento causato dalla plastica stimata in più di 6,5 milioni di tonnellate all’anno. Ecco quindi l’importanza di utilizzare materiali ecosostenibili e riciclabili. Un materiale, per esempio, del tutto riciclabile è l’alluminio, oltre ad avere proprietà che lo rendono ideale per il packaging soprattutto alimentare. Grandi progressi nelle tecnologie di riciclaggio sono stati fatti anche con il PET (PoliEtilene Tereftalato). Un materiale usato principalmente nel settore alimentare che può essere riciclato e riutilizzato per altri contenitori di uso non alimentare oppure riportato allo stato di monomero per essere poi purificato e riutilizzato in ambito alimentare.
Un esempio che sintetizza tutte le caratteristiche di sviluppo sostenibile, infine, è il TetraBrik Aseptic di Tetra Pak (multinazionale svedese del settore confezionamento alimenti) una soluzione impiegata per il confezionamento di liquidi a lunga scadenza. Impiegando ben l’80% di materiali di origine vegetale provenienti da fonti rinnovabili questo prodotto rappresenta uno dei migliori esempi di packaging sostenibile.
Materiali ecosostenibili: il futuro degli imballaggi
Anche la riduzione del peso e del volume del packaging, modificandone il design per un minore impatto sul trasporto, avrà ricadute molto positive sull’inquinamento ambientale.
In questo senso sono molto interessanti le novità in arrivo grazie alle tecnologie che riguardano proprio il design, la forma del packaging e la possibilità di ridurre il materiale risparmiando spazio. Ecco per esempio l’imballaggio commestibile: ispirandosi a una semplice mela un team di ricercatori dell’Università di Harvard ha creato una tecnologia chiamata Wikicell che consente di creare imballaggi alimentari commestibili e che potrebbe archiviare per sempre la plastica. Ci sono poi gli imballaggi intelligenti, i ricercatori dell’Università del Connecticut, la Rutgers University, con il supporto di Kraft Foods hanno inventato una “lingua elettronica” che è in grado, grazie a speciali sensori, di fare cambiare colore alla confezione quando il cibo si deteriora. Un altro prodotto rivoluzionario inventato da MonoSol per i fast food è l’imballaggio solubile in acqua, un packaging totalmente biodegradabile quindi, utilizzabile anche per alimenti. Questo nuovo materiale si scioglie in acqua senza lasciare alcuna traccia e senza contaminare il liquido. Infine ci sono gli imballaggi auto-raffreddanti e auto-riscaldanti: “Microcool” è in grado di assorbire anidride carbonica dall’aria e di rilasciarla appena si preme un pulsante ottenendo così l’immediato calo della temperatura. Tra gli imballaggi auto-riscaldanti c’è HeatGenie, un materiale che aggiunto sul fondo del contenitore è in grado di riscaldare gli alimenti fino a 65°C in due minuti.
I migliori sette imballaggi ecologici del 2019
Per promuovere imballaggi virtuosi e sostenibili l’Istituto Italiano Imballaggio in collaborazione con Conai anche quest’anno ha promosso il concorso del “Best Packaging”, che premia le migliori soluzioni lanciate sul mercato. L’edizione 2019 ha visto in gara 23 proposte di packaging design tecnologicamente avanzate e che soprattutto hanno in comune l’eco-sostenibilità.
Sette i vincitori. I primi cinque nella sezione “Ambiente” sono stati: Adercarta e Cartiere Comoli con il prodotto Eco sacco barriere; Coop Italia con le vaschette per ortofrutta realizzate all’80% con materiali riciclati; Goglio con una confezione monomateriale per il caffè; Nonno Nanni con un packaging biodegradabile e compostabile per stracchino. Il vincitore nella sezione “Quality Design” è stato Ferrero con il tappo Estathè Glass Bottle, un nuovo tappo ring-pull destinato al consumo fuori casa, in vetro trasparente che permette tra l’altro una facile separazione delle componenti, rendendo così il packaging riciclabile al 100%. Mentre il vincitore della sezione “Over all” è andato a Barilla Mulino Bianco con la nuova cassa/espositore per biscotti che semplifica le fasi di trasposto ed esposizione, realizzata in cartone ondulato ha un design progettato per esporre direttamente i prodotti evitando il riconfezionamento e riducendo così i rifiuti.