Il 2019 è iniziato da poco e tra le stime dell’anno appena concluso e le previsioni per i prossimi mesi di dubbi ce ne sono pochi, incertezza e volatilità spaventano i mercati e anche il settore della moda non è da meno. Nonostante un 2018 chiuso in crescita e un incremento previso anche per l’anno in corso, l’ottimismo per il futuro del fashion è timido e circoscritto. Questo è quanto emerge dal report pubblicato da McKinsey – The State of Fashion 2019 – secondo il quale l’industria della moda darà ancora segnali di crescita anche se polarizzati perché se il segmento del lusso esprime ottimismo generale, i player del value e del mid-market mostrano più cautela.
10 trend per il 2019
Tutti però sono d’accordo su un punto, vale a dire che i vecchi paradigmi non sono più una sicurezza e che, a prescindere dal segmento, agilità è la parola d’ordine sia nel business che nell’approccio alla trasformazione digitale. Ecco allora che il report di McKinsey ha individuato 10 trend per il 2019, definiti in collaborazione con The Business of Fashion, per sostenere la pianificazione dell’agenda dell’industria della moda nel 2019. Al primo posto ci sono cautela e prudenza per il futuro come asset fondamentali. Non devono poi essere sottovalutati l’ascesa del mercato indiano, il Trade 2.0 e la fine della proprietà se si considera che le nuove strategie puntano su riciclo, riuso e mercato dell’usato. Anche per il 2019 resta importante l’attenzione alla responsabilità sociale, mentre acquista importanza un atteggiamento orientato alla rapidità per soddisfare consumatori sempre più impazienti che vogliono acquistare i prodotti nel momento stesso in cui li scoprono. Ora o mai più, quindi, approccio che si lega ad una richiesta di trasparenza assoluta da parte delle aziende che dovranno mettere in atto nuovi modelli di business attraverso azioni di self-disrupt in risposta ai piccoli marchi emergenti che potrebbero minare la fedeltà garantita dai consumatori ai brand tradizionali. In conclusione, McKinsey identifica nella digitalizzazione e nella modalità on demand le nuove piattaforme su cui puntare.
Nuove tecnologie: automazione dei processi, intelligenza artificiale
Per tutelarsi, quindi, in un contesto di crescita globale attenuata e di mutazione del panorama macroeconomico, le aziende del settore tessile-moda dovranno cavalcare l’onda della tecnologia e adeguarsi ai repentini cambiamenti. Senza dubbio grandi passi avanti si stanno già facendo. Innovare in questo settore non significa solo pensare a nuovi tessuti o nuovi macchinari per l’automatizzazione del processo industriale, ma significa anche e soprattutto comprendere i gusti dei potenziali clienti, disegnare nuove linee e anticipare le mode.
Amazon: Prime Wardrobe, Echo Look
Tra i primi a raccogliere la sfida c’è Amazon, il colosso statunitense che sta si sta impegnando nello sviluppo di diversi sistemi di Intelligenza Artificiale, concentrandosi soprattutto sull’abbigliamento.
Il progetto si basa sullo sviluppo di marchi propri. Come? Con Amazon Prime Wardrobe ed Echo Look che, grazie a fotografie di altissima qualità permette agli utenti di “provare” online i capi che si vogliono acquistare e sarà anche possibile ricevere feedback immediati sull’outfit scelto. Saranno quindi gli algoritmi e i sistemi di Machine Learning a dettare le mode e il business del futuro e di nuovo torna in causa Amazon che, con il suo Amazon Lab 126 sta creando un designer AI in grado, nel prossimo futuro, di generare ex novo capi e accessori simili a quelli appresi dal software, proponendo nuovi stili.
Inditex: Zara AR
Ma c’è di più. La nuova shopping experience proposta da Zara, azienda che fa parte del colosso tessile spagnolo Inditex, prevede l’impiego della realtà aumentata per coinvolgere i propri acquirenti che non devono far altro che puntare il proprio smartphone su apposite installazioni per visualizzare, grazie all’applicazione Zara AR, gli outfit che desiderano acquistare.
Se la trovata della realtà aumentata è stata pensata per i più giovani, non v’è dubbio che a grandissima velocità si sta allargando anche a fasce d’età sempre più alte.
TommyHilfiger: Reimagine Retai
La trasformazione digitale quindi, anche nel settore moda, passa attraverso un rapporto più stretto tra brand e consumatore e un suo totale coinvolgimento. Una vicinanza favorita e sostenuta dallo sviluppo della tecnologia e da un approccio sempre più customer centric. Algoritmi, processi automatizzati, velocità e nuove partnership con istituti tecnologici di ricerca muovono i marchi verso terreni sempre più impalpabile. È il caso di Tommy Hilfiger che con IBM e il Fashion Institute of Technology ha ideato il progetto Reimagine Retail per individuare, con l’Intelligenza Artificiale, le tendenze più rapidamente rispetto agli esperti “umani” del settore.
Hybrid Design, la collezione disegnata dall’intelligenza artificiale
C’è poi il caso di Stitch Fix che, oltre ad aver scelto l’online come unica piattaforma di vendita, sta investendo moltissimo in Intelligenza Artificiale con la creazione di Hybrid Design, la prima linea di abbigliamento creata da un algoritmo per lanciare nuovi stili e nuove tendenze.
Se per il prodotto finito è più facile immaginare l’intervento della tecnologia, non si può dimenticare che, anche nei primi tasselli della filiera ogni fase di realizzazione è sottoposta ad un intervento importante di sviluppo tecnologico. Dalla semplice realizzazione dei prodotti alla personalizzazione del processo di vendita, dall’automatizzazione delle attività di magazzino fino all’individuazione dei prodotti contraffatti, la sfida tecnologica per tutte le aziende del comparto tessile-moda è appena cominciata.